1.1 - Isola d'Elba e Isola del Giglio 1 Settimana
Giorno 1
Marina di Scarlino – Portoferraio
Tappa: Palmaiola
Salpiamo di buon’ora per queste 22 miglia di navigazione che ci porteranno fino a Portoferraio, il centro più popolato dell'Isola d'Elba, la piccola “capitale” che divenne molto importante anche a livello internazionale con l’esilio di Napoleone.
Non può mancare una piccola deviazione per il primo bagno a Palmaiola, isolotto incantevole nel canale di Piombino. Il suo mare limpido ci farà
Itinerario
Giorno 1
Marina di Scarlino – Portoferraio
Tappa: Palmaiola
Salpiamo di buon’ora per queste 22 miglia di navigazione che ci porteranno fino a Portoferraio, il centro più popolato dell'Isola d'Elba, la piccola “capitale” che divenne molto importante anche a livello internazionale con l’esilio di Napoleone.
Non può mancare una piccola deviazione per il primo bagno a Palmaiola, isolotto incantevole nel canale di Piombino. Il suo mare limpido ci farà subito sentire in vacanza.
Arrivando a Portoferraio, possiamo ormeggiare nell’antico approdo frequentato, nel passato, da etruschi, greci e romani, la “Darsena Medicea”, oppure presso gli ormeggi del Cantiere “Esaom Cesa”. C’è sempre la possibilità di ancorarci in rada. Alle spalle del porto “ Darsena Medicea” vive Portoferraio e il suo centro storico, con gli splendidi scorci e l'atmosfera allegra e dinamica, bar e ristoranti caratteristici, negozi e boutique.
Portoferraio fu fondata per volere di Cosimo I, granduca di Toscana, da cui la città prese il suo primo nome (Cosmopoli) nel 1548, concepita come distretto militare per difendere le coste del Granducato e dell'isola d'Elba. La città, exclave toscana nel Principato di Piombino, all'inizio era poco più che un insieme di fortificazioni (ancora visitabili e ben conservate), come i tre forti: Forte Stella, Forte Falcone e la Linguella e la bellissima cinta muraria, i cui resti, ancora in buono stato e resi abitabili, circondano il centro storico di Portoferraio. Ancora oggi è in gran parte visibile l'imponente cortina di bastioni che dalla rada si eleva fino al Forte del Falcone.
Rimase sotto il controllo del Granducato di Toscana fino al XVIII secolo quando l'isola, per la sua posizione strategica, fu al centro di una guerra tra Francia, Austria e Inghilterra. Nell'aprile 1814, l'isola fu affidata a Napoleone Bonaparte come sede del suo primo esilio. Napoleone scelse Portoferraio come capoluogo dell'isola e nella città sono ancora presenti e visitabili le due ville che furono sua residenza, quella di San Martino e la Villa dei Mulini. Fu grazie al regno dell'imperatore francese, che Portoferraio crebbe in importanza e modernità in maniera esponenziale, come tutta l'isola, grazie alle infrastrutture create e alla valorizzazione delle miniere di ferro di Rio Marina. In questo periodo Portoferraio divenne il porto adibito al trasporto del ferro dalle miniere elbane al continente, e da ciò deriva il nome attuale. Successivamente Portoferraio tornò sotto il dominio del Granducato di Toscana fino all'unità d'Italia nel 1860. Portoferraio conobbe un periodo economicamente stabile, come tutta l'isola, grazie alle sue miniere, fino agli inizi degli anni settanta, quando l'industria del ferro entrò in crisi. Le miniere vennero smantellate rapidamente ma Portoferraio, grazie alle sue spiagge, seppe aprirsi all'industria del turismo, che ancora oggi rappresenta la principale fonte di ricchezza.
Da non perdere: il panorama meraviglioso dal faro di Forte Stella. Tutto attorno l'Isola d'Elba con il suo mare e il Parco Nazionale dell'Arcipelago Toscano.
Giorno 2
Portoferraio – Marciana Marina
Tappa: Golfo di Viticcio
Dopo una bella colazione si parte per un bagno nel Golfo di Viticcio, circondato da collinette ricoperte di macchia mediterranea, di ginestre e di pini. Le sue coste rocciose e scoscese, frastagliate da cinque spiaggette, ideali per allontanarsi dalle spiagge troppo affollate, lasciano spazio al tranquillo mare blu.
Con il Maestrale, però bisogna fare attenzione! La notte la potrete passare a Marciana Marina, paesino tra i più caratteristici dell’Elba grazie al centro storico e al lungomare che conservano i tratti tipici dei paesini costieri toscani dell’Ottocento. In più la spiaggia è vicinissima al porto e al paese.
All'ingresso del porto di Marciana Marina si scorge l'antica Torre degli Appiani, attribuibile alla seconda metà del Cinquecento. Il primo nucleo del paese, denominato Marina di Marciana, si sviluppò nel territorio detto “Il Cotone” (termine derivante dal latino cos - cotis «grosso masso»), presso un porticciolo naturale. La sua piccola insenatura offriva anche attracco e riparo alle barche da pesca. Durante il XVIII secolo, per la sua importanza portuale e commerciale, Marciana Marina veniva chiamata «Piccola Marsiglia».
Giorno 3
Marciana Marina – Marina di Campo
Tappa: Fetovaia
Direzione Marina di Campo! Ma ci vuole un tuffo a Fetovaia. La sua spiaggia è una delle più invitanti dell’isola grazie al promontorio che la protegge, al suo fondo di sabbia bianco e al suo mare turchese e cristallino. È una meta obbligatoria per tutti i velisti: lo sfondo naturalistico sorprendente da solo merita una visita.
Ormeggiamo a Marina di Campo: una delle calette più affascinanti. Attenzione ai venti da sud: è meglio rimanere in rada. Il pontile, infatti, è spesso insufficiente ed è difficile ormeggiare con lo scirocco. La spiaggia è l’ideale: si trova infatti nel centro abitato e così abbiamo a disposizione ogni comodità. Alle spalle si apre una pineta che dona delle belle aree d’ombra molto riposanti.
Marina di Campo è una piccola frazione del comune di Campo dell’Elba. Durante il Medioevo, fu annessa alla Repubblica di Pisa. L'attuale abitato di Marina di Campo sorse nel corso dei secoli successivi nei pressi della pianura anticamente chiamata, per la sua peculiarità di zona umida, Maremma dell'Elba. Nel territorio comunale è compresa anche l'Isola di Pianosa. Nella parte più occidentale del comune si estende la Costa del Sole, che racchiude località fra le più rinomate, belle e frequentate dell'isola.
Da non perdere: i suggestivi colori della spiaggia e del paesino di Marina di Campo. Un pranzo o ancor meglio una cena in uno dei numerosi ristoranti tipici … il cibo vi farà perdere la testa!
Giorno 4
Marina di Campo – Isola del Giglio (Campese)
Salpiamo alla volta dell’isola del Giglio, paradiso tutto da scoprire! Osserviamo attentamente il mare: potremmo incontrare branchi di delfini, capodogli o balenottere. L’intera costa dell’isola è frastagliata da numerosissimi scogli intervallati da calette e baie e dalla spiaggia di Giglio Campese.
L'isola fu abitata fin dall'Età del ferro. Probabilmente, in seguito fu una base militare etrusca e anche sotto la dominazione romana fu un distretto di una discreta importanza nel Mar Tirreno citata, per esempio, da Giulio Cesare nel “De bello Gallico”. A margine dell'abitato di Giglio Porto, leggermente al di sotto del livello del mare, si trovano i resti della bella villa romana che comprende una vasca a mare, mura perimetrali, resti di mosaici e affreschi, terrazza stellata, strutture lungo mare con serie di arcate e una lunga terrazza pensile; l'intera area è denominata “I Castellari”. Nelle epoche successive fu governata da varie famiglie nobili dell'Italia centrale e dal 1264 dal governo pisano, che dovette poi cederla ai Medici. Nel Medioevo passò sotto il dominio della famiglia Aldobrandeschi, successivamente al comune di Perugia. Nel 1544 il pirata detto il Barbarossa saccheggiò l'isola, uccise chiunque si opponeva e deportò, come schiavi, più di 700 gigliesi. In seguito a questa sanguinosa incursione, la famiglia dei Medici ripopolò l'isola con gente proveniente dalle terre senesi.
Avvicinandoci alla nostra meta è impossibile non notare l’imponente Torre del Campese eretta da Cosimo I dé Medici, con il compito di difendere l’isola degli attacchi dei Saraceni. I venti che spirano da sud, trasformano la baia di Campese, in una ideale palestra per gli amanti della vela.
Da non perdere: gli stupendi tramonti da Giglio Campese.
Giorno 5
Isola del Giglio (Campese) – Porto Azzurro
Tappa: Le Formiche di Grosseto
Salpiamo per una bella veleggiata verso Porto Azzurro, ma facciamo tappa alle Formiche di Grosseto, tre isolotti a circa 15 miglia da Porto Santo Stefano. Grazie alla loro distanza dalla costa, sono veri e propri paradisi naturali incontaminati. I fondali sono molto apprezzati dagli appassionati dell'attività subacquea e ricchi di reperti archeologici.
Porto Azzurro è un paese vivace e accogliente di origine spagnola, fondato nel 1603 da Filippo III di Spagna ed è situato ai piedi di un promontorio nell'ampia insenatura della costa orientale dell'isola. Agli inizi del 1600 gli Spagnoli, su consiglio dell'ammiraglio genovese Andrea Doria, eressero un forte sul promontorio che chiude a est l'insenatura. Insieme al Forte Focardo, sull'altra sponda del golfo, costituì il sistema difensivo del golfo di Mola, base della flotta del re spagnolo Filippo III. Questo sistema difensivo mirava a frenare l'ascesa militare del Granducato di Toscana che con la fortificazione di Portoferraio possedeva una roccaforte strategica nel Tirreno, che poteva mettere seriamente in pericolo gli interessi spagnoli in questa parte del Mediterraneo. Fu annesso al regno di Napoli nel 1714, al quale restò fino al 1801, quando fu ceduto ai francesi che avevano occupato tutta la Toscana. Nel 1815, dopo la caduta di Napoleone, Porto Azzurro fu quindi annesso al Granducato di Toscana fino all'unità d'Italia. Nel XVIII e nel XIX secolo, insieme a Portoferraio e Marciana Marina, è stato il maggiore centro di pescatori dell'isola d’Elba, favorendo l'immigrazione. Nel territorio circostante sussiste, affiancando il turismo balneare, un’importante attività agricola (soprattutto frutticoltura e viticoltura).
La bellissima Piazza Matteotti sembra un salotto sul mare ed è infatti il punto d’ incontro principale dei portoazzurrini. Durante la stagione estiva, le manifestazioni musicali, culturali e storiche rendono ancora più vitale tutta Porto Azzurro. Solo 18 miglia ci separano dalla Marina di Scarlino, quindi Porto Azzurro è località migliore per trascorrere l’ultima notte.
Giorno 6
Porto Azzurro – Marina di Scarlino
Tappa: Cala Martina
Dopo un’ intensa settimana di vela, vento e mare, ci spostiamo verso la Marina di Scarlino. Per l’ultimo bagno ci aspetta Cala Martina, suggestiva caletta, dove Giuseppe Garibaldi si imbarcò per raggiungere Porto Venere il 2 settembre 1849. Le sue acque cristalline sono l’ideale per dire arrivederci all’Arcipelago Toscano e alle sue bellezze.