Giorno 1
Marina di Scarlino – Marciana Marina
Tappa: Golfo di Viticcio
Salpiamo di prima mattina alla volta di Marciana Marina, delizioso centro dell’isola d’Elba, conosciuto per il suo centro storico e il suo lungomare tipici dei paesini dell’Ottocento. La spiaggia vicinissima sia al porto che ai negozi è molto piacevole. Possiamo fare tappa al Golfo di Viticcio: circondato dalla macchia mediterranea, dalle ginestre e dai pini. Le sue coste rocciose e scoscese, frastagliate da cinque spiaggette, ideali per allontanarsi dalla calca, lasciano spazio al tranquillo mare blu.
All'ingresso del porto di Marciana Marina si scorge l'antica Torre degli Appiani, attribuibile alla seconda metà del Cinquecento. Il primo nucleo del paese, denominato Marina di Marciana, si sviluppò nel territorio detto “Il Cotone” (termine derivante dal latino cos - cotis «grosso masso»), presso un porticciolo naturale. La sua piccola insenatura offriva anche attracco e riparo alle barche da pesca. Durante il XVIII secolo, per la sua importanza portuale e commerciale, Marciana Marina veniva chiamata «Piccola Marsiglia».
Giorno 2
Marciana Marina – Isola di Capraia
Oggi è in programma l’isola di Capraia, oasi perfetta per chi ama lo snorkeling, le immersioni subacquee e le nuotate solitarie. Attenzione alle condizioni meteo: Capraia è molto esposta ai venti di libeccio, scirocco e maestrale: meglio ormeggiare nel piccolo porto dell’isola o approfittare delle boe in rada.
Anticamente chiamata “Aigylion” dai greci e poi “Capraria” dai romani, il suo nome deriverebbe dalla presenza di capre selvatiche nell'isola, ma secondo un'altra ipotesi potrebbe derivare da “karpa” con il significato di «roccia». Nel 1055 fu conquistata dai pirati Saraceni, poi fu dominata dai Pisani e passò definitivamente sotto l'orbita di Genova dopo la battaglia della Meloria, che vi pose la signoria Jacopo de Mari nel 1430. Dal 1540 viene costruita dai genovesi la fortezza di San Giorgio e le tre torri di avvistamento Torre del Porto (1541), Torre dello Zenobito (1545) e Torre delle Barbici (1699) per poter scorgere le navi dei pirati e limitare la pirateria. Dopo l'annessione dell'ex Repubblica di Genova al Regno di Sardegna col Congresso di Vienna del 1814 e la proclamazione del Regno d'Italia, fece parte della provincia di Genova fino al 1925, quando passò alla provincia di Livorno. Dal 1873 al 1986 è stata anche sede di una colonia penale.
Da non perdere: tutte le bellezze dell’isola e del suo mare, le calette irraggiungibili da terra e i panorami indimenticabili.
Giorno 3
Isola di Capraia – Saint Florent
Tappa: Centuri
Ci aspetta una traversata di 51 miglia per raggiungere la nostra meta: Saint-Florent, piccola cittadina ancorata alla sua storia, circondata da belle spiagge, calette e rade e pullulante di vita.
La baia di Centuri è stupenda per un bagno rinfrescante, il mare cristallino, i colori della Corsica ci stupiranno. Il paese è un vero e proprio gioiello architettonico, incastonato nel verde delle montagne.
La storia di Saint-Florent risale all’epoca romana, ma fu in età cristiana che la città ebbe un’ importante espansione, anche se inizialmente il centro si sviluppava lontano dal mare e dalla costa, come testimonia l’antica Cattedrale di Nebbio. Fu solo più tardi, che la cittadina si spostò nella rada di Fornali, occupando la piccola penisola con il vecchio quartiere marinaro e la Cittadella, che quasi si fondono in un’ armonia architettonica unica.
La fortezza genovese è una costruzione particolare e insolita rispetto alle tipiche roccaforti corse. Fondata poco prima della metà del 1400 venne completata nel 1568 e le sue linee sono quelle tipiche di alcune rocche genovesi.
Da non perdere: le banchine colorate e pittoresche del porto e i ristoranti con i piatti tipici della tradizione corsa.
Giorno 4
Saint Florent – Macinaggio
Tappa: Giraglia
Consultiamo le carte nautiche e dirigiamoci verso Macinaggio. Le sue spiagge sono estremamente accattivanti, presentandosi come meravigliose distese di sabbia bianca e coste rocciose e frastagliate, dove si nascondono insenature e baie.
Il porto di Macinaggio, costruito a sud della foce del fiume di Jioielli, è stato uno dei porti marittimi e commerciali più importanti della Corsica fino al XIX secolo. Nella seconda metà del Settecento, proprio per la sua posizione e la sua importanza, si susseguirono molte dominazioni: prima con i francesi, poi con Pascal Paoli e infine con i genovesi fino al 1765. Alla fine del secolo i Corsi, con l’aiuto dell’esercito inglese, riuscirono a liberare la cittadina dai francesi e nel 1859 venne realizzata finalmente la prima strada che collegava Macinaggio a Bastia che distano fra loro solo 35 km.
Ancoriamoci alla Giraglia per un tuffo! L’isolotto all’estremità del Cap Corse, disabitato e selvaggio, è perfetto per una pausa.
Giorno 5
Macinaggio – Marina di Campo
Tappa: Fetovaia
Torniamo verso l’Isola d’Elba e facciamo rotta su Marina di Campo, località tra le più incantevoli, che conserva ancora oggi l’antico aspetto di paesino di pescatori. Marina di Campo ha anche un lato mondano con i suoi molti locali per la baldoria notturna, come bar, ristoranti, pub, discoteche e piano bar. Attenzione ai venti da sud: è meglio rimanere in rada. Il pontile, infatti, è spesso insufficiente ed è difficile ormeggiare con lo scirocco.
La traversata è lunga e ci vuole una tappa a Fetovaia, meta obbligatoria per un bagno. Il mare turchese e la sabbia bianco ci conquisteranno.
Marina di Campo è una piccola frazione del comune di Campo dell’Elba. Durante il Medioevo, fu annessa alla Repubblica di Pisa. L'attuale abitato di Marina di Campo sorse nel corso dei secoli successivi nei pressi della pianura anticamente chiamata, per la sua peculiarità di zona umida, Maremma dell'Elba. Nel territorio comunale è compresa anche l'Isola di Pianosa. Nella parte più occidentale del comune si estende la Costa del Sole, che racchiude località fra le più rinomate, belle e frequentate dell'isola.
Giorno 6
Marina di Campo – Marina di Scarlino
Tappa: Punta Ala
È l’ultima giornata di vela, dobbiamo rientrare alla Marina di Scarlino. Avviciniamoci con calma e fermiamoci per un ultimo bagno nei pressi di Punta Ala, così potremmo salutare questa vacanza in barca a vela nell’Arcipelago Toscano.